Precious

Forte , nero. Film spesso, grosso, dolorante. E ottimista.
Racconta che la vita, il talento e una purissima intelligenza sgorgano dove meno ci si aspetta (per fortuna). E che possono fiorire nel corpo e nella mente di una grossa ragazza di colore, per nulla aiutata da neanche un briciolo di fortuna, a dimostrazione che non è la fortuna che decide il proprio destino. Ma sono il coraggio e la volontà.
Brava Clarisse Precious, la tua forza d’animo è un dono divino.

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

“Incontrerai l’uomo (o la donna) dei tuoi sogni”, titolo originale “You Will Meet a Tall Dark Stranger” è un film alleniano di quelli corali. E' principalmente un racconto di fughe dalle proprie insoddisfazioni esistenziali, non privo di ironia doc, anche se in dosi un po’ meno massicce di altre commedie.
Quello che lo caratterizza davvero è una leggera sfumatura soft, una delicata coloritura “rosa” che non vuole né far divertire a tutti i costi, ma non vuole neanche drammatizzare troppo, che si mantiene sempre su una nota “di mezzo” apparentemente semplice da attuare ma così difficile da “suonare” bene: Woody Allen lo sa fare!
Non voglio raccontare niente della trama, basta dire che si può catalogare come commedia-corale-romantico- esistenziale. A parere miom con un Woody meno cinico e pessimista di quello che lui stesso vorrebbe far pensare..rimanete sintonizzati sulla anziana signora per convincervene!
Ideale per godersi due ore di raffinata eleganza di stile, begli scorci su una Londra verde e newyorkese, ma va visto senza aspettarsi gran finali o grandi verità.
Vince su tutti il premio del miglior personaggio (per me) la straordinaria vecchietta che ha già vissuto due volte e che non ha mai smesso di sognare.

Lourdes

Difficile parlare di questo film, difficile ancora di più raccontarlo perché è diverso da quasi tutti i film che ci sono in circolazione. Vincitore di due premi, consegnati sia da una commissione di atei e che da una commissione di cattolici, sembra quasi un documentario, tanto è asciutto e sobrio. E realistico.
La sobrietà è forse la parola chiave per descrivere la regista austriaca Jessica Hausner, la storia infatti non curva né verso la fede irriflessiva ma forse neanche verso l’ateismo più nero. E riesce sempre a descrivere lucidamente, a tratti ironicamente, le lunghe (lunghe una intera vita) attese di chi è costretto (magari da una sedia a rotelle, o da una malattia) a una sobrietà continua e forzata. Descrive con così tanto realismo i rituali delle abluzioni da far scaturire una forza espressionistica pura e disperata.
La bravissima attrice protagonista rimane impressa nella mente e nell’anima, portatrice sana di una malattia che la tiene “a terra”sia fisicamente che interiormente. Il suo sguardo attento, interessato, dolce e rassegnato è impossibile da dimenticare e descrive l’essenza terrena e insieme spirituale di questo bellissimo film.

Inception

Faccio fatica a recensire questo film, dire se è bello o brutto. Per cui non lo dirò. Preferisco parlare di quello che ho percepito, o pensato vedendolo. Perché non è né bello né brutto.
Senz’altro è un film d’azione. Due ore e mezza ricche di colpi di scena. Ben fatti se si ama l’azione.
Se invece si cerca un film psicologico, non lo si trova. In sincerità, non trovo neanche giusto cercarlo. Ho quindi trovato ben fatti gli effetti speciali (quello su Parigi è fantastico), interessante la trama anche se molto complicata. I sogni sono stati trattati invece con estrema semplicità, oserei dire ingenuità: penso che Nolan abbia usato il tema dell’inconscio, delle proiezioni e dei sogni semplicemente come mezzo per dare corpo alla storia, renderla attiva e interessante, e ben congegnata. Non era sua intenzione a parere mio creare un film sulle profondità della psiche. E infatti da questo punto di vista il film è quasi ingenuo.
Da vedere se si vuole vedere un bel film d’azione mi viene da dire "ultra contemporaneo": basta con le sparatorie a cavallo, sono superati gli inseguimenti delle auto della polizia, ora l'azione nasce dal profondo dei sogni e dalle paranoie!
Film formalmente raffinato e curatissimo
.

Shrek 4

Devo dire che la serata non era quella migliore: shock da rientro al lavoro. Per cui a tratti il mio interesse è drammaticamente calato: ma non è senz’altro questa l’unica ragione della mia noia. Il film non è all’altezza dei primi due: in effetti già il terzo iniziava a perdere colpi, questo è ancora più tirato per i capelli. Le trovate non stupiscono più, non perché il personaggio sia meno bello, ma semplicemente perché ha fatto la sua storia. Quindi: se come me volete comunque chiudere in completezza la vostra “storia” con Shrek andate comunque a vedere il film, ci sono alcune trovate (la danza coatta degli orchi, il sempre stupendo gatto (senza) gli stivali che non vi deluderanno! Diversamente, se è il vostro “primo” Shrek lasciate perdere e buttatevi sui primi due episodi.

Bright star

Il film racconta la storia d’amore contrastata e profondamente ottocentesca tra il poeta John Keats e la sua amata.
Non è tra i film più belli di Jane Campion (autrice di “Lezioni di piano”, “Le Ore” per citarne due tra i miei preferiti), perché un po’ appesantito da troppo '800, ma si può gustare come una raffinata e “vivida” lezione di pura poesia. Le immagini del film sono infatti esse stesse poesia: vibranti passeggiate nella meravigliosa campagna inglese, colorate farfalle, interni cupi e tempestosi, vestiti da fiaba...
Film da vedere se si ha voglia di riscoprire il poeta che è in noi attraverso una bella scorpacciata di romanticismo “estremo” (l’amore è come da manuale: contrastato, difficile, spossante, platonico e "fulgido") condito da elegantissimi dialoghi in versi ricchi di sofisticata poesia. Diversamente tanto '800 potrebbe risultare un po' "indigesto".

Toy story 3

Sapevo che le recensioni ne parlavano molto bene, ma da sono andata a vederlo lo stesso un po’ scettica, pensando tra me e me “mmm, sarà un filmetto per bambini”. E…mi sono commossa. Eh sì,mi sono sciolta immedesimandomi nel ragazzo, sensibile e risoluto, che deve crescere quasi contro la sua volontà, e deve lasciare pieno di amore i suoi adorati giocattoli. Ma una parte di me, vedendo il film, partecipava anche all’amore di quei giocattoli per il loro padroncino, che gli appartenevano così come gli apparterranno per sempre i suoi ricordi spensierati di infanzia. Perché lasciare i propri giocattoli significa poi separarsi dal proprio io infantile…e cominciare una nuova vita.
… Il brivido che ho sentito mi ricorda che la mia parte infantile non è mai morta, è solo diventata più piccola e custodita in qualcuna di quelle lacrime che ho pianto vedendo questo bellissimo film.
Una nota: non perdetevi Ken!direttamente atterrato dai magnifici anni "80

Nel paese delle creature selvagge

In ciascuno di noi c’è qualcosa di selvaggio dice il trailer, e racconta poi poeticamente il film.
Un bambino che coltiva in sé un lato magico e selvaggio finisce per incontrarlo anche fuori di lui..conoscerà un mondo nuovo, di una incredibile dolcezza ma non privo di violenza, e anche qualcosa di più su se stesso.
Originalissimo film, fotografia e colonna sonora che sono emozione pura!
Consigliabile ai bambini ma anche agli adulti che hanno voglia di fare una fuga nel proprio invincibile lato infantile..

Alice in wonderland

Bella l’animazione, la grafica, e l’ambientazione gotica della fiaba, riveduta e tradotta in linguaggio burtoniano: alberi gotici, cieli rossastri, personaggi dolci e inquietanti.
Ma più di tutto bella questa Alice, progressista, curiosa, libera e moderna! Da vedere.

Shutter Island

Soffocante, piovoso, nero, claustrofobico e traboccante di dolore: da una cupa soddisfazione questo filmaccio di Scorsese. Con in più un Di Caprio difficilmente dimenticabile, sia per il tormento che riesce a trasmettere nel corso del film che per l’interpretazione sublime (personalmente penso che Di Caprio sia uno degli attori più bravi di questo momento). La forma è quella del film d’autore (Scorsese): perfezione di stile, ricercatezza nelle immagini, fotografia e ambientazioni limpide e piovose . A volte un po’ si perde, la trama è un po’ confusa ma glielo si può perdonare.
Certo da vedere preparati a soffrire non poco, perché il finale lascia a bocca aperta!

Sex and the city 2

E dire che io amo non poco le 4 ragazze! L’amore però a volte non basta: questo film non mi è piaciuto. E’ come se lo spirito più autentico di Sex and the city si fosse perso, tradendo l’anima del telefilm e lasciando posto a un filmaccio trash dove le 4 ragazze non sono + le stesse. E questo non solo perché non sono più ragazze nell’aspetto, ma semmai perché non lo sono più nell’anima. Sono diventate (anzi le hanno fatte diventare) 4 stereotipi a una sola dimensione, che cercano di nascondere la mancanza di contenuto con battutacce e scene adatte a film come Porky’s. Che peccato! Sono stata dura lo so ma il dispiacere è tanto. Cosa dire? Si può sbagliare..in fondo è l’unico buco nell’acqua dopo 6 serie di brillanti telefilm e il primo film, decisamente fedele allo spirito di Sex and the city. Aspetto un sequel migliore, la speranza può forse apparire un po’ naif ma per chi crede nelle 4 girls è impossibile da eliminare. Carrie ritorna ti aspetto!

Iron Man II

L’energia che non esclude l’intelligenza: questo Iron Man mi piace.
Il secondo episodio è più ricco di azione del primo, ma comunque piacevole.
Robert Downey jr sembra nato apposta per interpretare questo personaggio, o forse il personaggio è stato tagliato su di lui: in ogni caso è capace di alternare momenti malinconici a battute sferzanti e voli oltre la biosfera. Bravo. E la coppia Iron Man e Pepper (Gwyneth Paltrow) è una delle più riuscite del cinema.
Una potenza di devastazione anche Mickey Rourke decisamente autentico con gli occhi malinconici, le mani sporche e le labbra tumefatte.

Departures

Dopo avere visto questo film, per un po' si vorrà vedere solo questo, tutti gli altri passeranno in secondo piano.. perché Departures è prima di tutto una cura per l'anima. Mentre su di un piano + concreto racconta splendidamente come il destino possa decidere di farci incontrare noi stessi nel modo più soprendente. Ci parla della tolleranza facendocela provare sulla nostra pelle (rimanere per la prima mezzora attaccati alla sedia del cinema è una operazione di tolleranza..) ci racconta come l’incontro con la propria sorgente creativa più pura a volte avvenga attraverso lo scontro duro, implacabile e poetico con la morte.
Perché trasmette un senso di pace per cui si vorrebbe subito rivederlo ancora, o partire per il Giappone e in una giornata di neve immergersi in un bagno pubblico silenzioso e calmo, con l’acqua scaldata sul fuoco a legna e finalmente fermarci per riposare dentro noi stessi.
Tutto questo racconta il film ma più di tutto sussurra sottovoce, con delicatezza, di non avere paura, perché la grazia della vita può arrivare nel modo più inaspettato e sotto le sembianze più terribili. Inutile dire che il film, che ha vinto l’Oscar 2009 come migliore film straniero, è uno dei più bei film che ho visto nell'ultimo decennio.

NB non inserisco il trailer perchè svela troppo e sminuisce la poesia del film...

Matrimoni e altri disastri

3 sono le cose buone del film:

1)Margherita Buy, sempre più brava e interessante
2)Fabio Volo che nella parte dell’arrivista scaltro ma con l’anima duetta credibile con Margherita Buy
3)Firenze...

Il resto è noia: trama scontata, ricca di luoghi comuni (i borghesi tutti decadenti e immorali, i ricchi pieni di pregiudizi sugli extracomunitari, ecc.). Personaggi stigmatizzati in stereotipi a una sola dimensione. Pure la bravissima Margherita fatica a raccontare l’evoluzione della sua Nanà, non aiutata da una regia invisibile.

Scontro tra titani

Pasticcione condito con buoni effetti speciali.
Se visto con ironia può essere un divertente non sense sull’Antica Grecia, con Zeus vestito tipo Star trek e la madre di Perseo che sembra appena appena uscita da una soap opera americana. Se preso seriamente è tragicamente infedele allo spirito della Grecia antica e troppo pieno di effetti speciali. Che comunque sono l’unica cosa davvero ben fatta.

Basilicata coast to coast

Un viaggio a piedi da una costa all’altra di una bellissima Basilicata, un gruppo di amici musicisti "non più" giovanissimi e "non ancora" vecchi, che cercano un'oasi di libertà dal caos pieno di vincoli della vita di tutti i giorni. Sarebbe un bel film se la trama si limitasse a raccontare questo, ma il film vuole andare oltre e qui cade. Sì perché si sente fin dall’inizio una forzatura dei personaggi nel voler fare gli “artisti in crisi di mezza età" a tutti i costi, un desiderio rassegnato di trasgressione e poi una serie di cose già viste e straviste (il viaggio, la scappatella stile vacanze estive poco prima del matrimonio, il solito complessato che riscopre se stesso, ecc ecc…). Aveva già descritto tutto Salvatores ma con tutt’altro (e ottimo) risultato, forse perché lo aveva fatto nel momento giusto o forse (propendo per questa seconda possibilità) perché è un regista bravo.
Due cose belle: la Mezzogiorno, unica vera attrice in un film non riuscito. E la bellissima "Mentre dormi", la canzone di Max Gazzè, colonna sonora del film.


Mine vaganti

Diverso, o “contro natura” non è chi sceglie di amare qualcuno del proprio stesso sesso, ma chi sceglie di non realizzare appieno la propria vita e le proprie inclinazioni personali, chi non osa seguire le passioni più profonde, chi si nasconde dietro alle proprie paure, perdendo la possibilità unica di diventare se stessi.
Questo racconta in modo mirabile e commovente questo bellissimo film sulla vita, che “è troppo grande per essere vissuta appieno la prima volta” come dice una frase del film.
C’è spazio per piangere ma anche per ridere in questa malinconica commedia venata dal tragico senza sprofondarci mai.
E Özpetek oltre a essere un bravo regista è (ne sono sempre più convinta) anche un grande poeta.

E' complicato

Diventare 50enni come Meryl Streep in questo film è una prospettiva davvero invitante (e non solo perché è una ottima cuoca): solida, calma, fresca, ironica, intelligente, luminosa e per finire sexy che non guasta! E senza avere fatto patti strani con diavoli chirurgici: la naturalezza è premiata e un premio se lo meriterebbe anche questo film ottimista e intelligente. Di commedie così equilibrate e squisitamente comiche ne escono una ogni 10 anni per cui consiglio di non perderla!
Si ride, si piange, si partecipa alle vicende di questo triangolo di 50enni maturi ma che hanno l’energia solare e piena che si conquista solo con il tempo e tante sofferenze.
Sono più vivi di molti trentenni perché hanno conosciuto il vero amore: non quello per se stessi, non quello per il proprio uomo/donna, ma quello per la vita!
Inutile dire che Meryl Streep è un mostro di bravura.
Decisamente riuscitissime anche le spalle: Alec Baldwin e Steve Martin (una scoperta in un ruolo intimista).

Invictus

Invictus= invincibile. Titolo azzeccatissimo per rappresentare l’anima invincibile di un uomo che non è stato vinto ma che anzi ha saputo trasformare le sconfitte (non sue) in (sue) vittorie. Un uomo, Nelson Mandela, la cui forza è stata l’umanità oltre a una invidiabile e geniale capacità politica. Tutte cose che il film del grande Clint Eastwood descrive stupendamente con grazia e poesia. Forse (mio parere) uno dei suoi film più belli, se non il migliore. In questo film Clint ha saputo misurare con un equilibrio quasi perfetto aspetti politici, narrativi, e descrittivi (forse un po’ lunghe le parti sulle partite di rugby ma io ho una visione parziale da non sportiva:-) facendoci amare Mandela, complice la straordinaria bravura di Morgan Freeman grandissimo nel rendere gli aspetti “ordinari” di un uomo fuori dal comune.
Si esce sospirando nell’attesa che rinasca un politico di tanta grandezza.. e con il pensiero che creare la pace anche solo per poco tempo è immensamente più difficile, eroico e meraviglioso che vincere tante guerre…

Wolfman

Il film è senz’altro visivamente e formalmente perfetto: curatissimo nella costruzione degli ambienti: cupa, densa e nebbiosa atmosfera gotica. Se si va al cinema con il desiderio di immergersi per due ore in ambienti dark, atmosfere vittoriane, boschi ottocenteschi abitati da licantropi e ciminiere londinesi nere e fumose, allora il film appaga e diverte anche molto.
Se si cerca anche la storia, allora lascia un po’ a desiderare perché è stata affrontata in modo più visivo (seppur perfettamente curato) che interiore.
Benicio del Toro è bravo, sembra lupo ancora prima della trasformazione. Anthony Hopkins gelidamente spietato, come sa fare bene lui.

Che fine hanno fatto i Morgan?

Devo ammetterlo: io ho un debole per Sara Jessica Parker. Lei per me è ora e per sempre Carrie la luminosa protagonista di Sex and the City. Per cui non penso di essere del tutto neutrale nel giudicare il film.
Ma ci proverò lo stesso: il film ha davvero un buon ritmo, la Parker e Hugh Grant si scambiano battute brillanti proteggendoci (per fortuna) dal solito film demenziale sulle coppie in crisi (e basta, troppi film hanno reso squallido questo argomento parlandone solo con questo unico tono). Non fidatevi delle 4 battute (le più banali) che mostra il trailer (che infatti stavolta non metterò). Bravi. Commedia non di grandi pretese ma ben recitata e ironia (vedi Hugh Grant) sempre elegante.

Amabili resti

Checché se ne dica..che il film è criticabile (troppo lunga la parte del limbo, un po’ annacquato, la storia a volte un po’ disconnessa) a tratti noioso, però questo film rimane dentro e non lascia indifferenti. Il fatto che il regista sia Peter Jackson (quindi un grande regista) penso c’entri qualcosa. Il lungometraggio rimane sempre capace di suggestionare e emozionare. La storia non è tra le più sopportabili, l’omicidio di una quattordicenne è difficile da digerire. Ma la cosa più difficile è metabolizzare quello che il film fa scaturire dentro di noi dopo averlo visto. Ricordi dei quattordici anni (per chi è stato bambino negli anni “70 è davvero emozionante) e riflessioni sui propri anni attuali: perché la ragazzina, non avendo potuto viverli vede meglio dei vivi e ci mette di fronte a noi stessi. E ci ricorda di stare attenti agli sprechi.
Una strana nostalgia di qualcosa di impalpabile è la nota che più a lungo risuona dopo avere guardato questo film: "amabili resti" della luce e della magia dell'infanzia.

Avatar

Gli alieni di Cameron sono flessuosi, blu, dotati di intensa bellezza spirituale.
E ci mostrano una possibile via per superare l’eterno conflitto tra uomo e natura. Sì perché i Navi (così si chiama la popolazione aliena del pianeta Pandora) insegnano che per non distruggere la natura non basta provare a rispettarla ma bisogna amarla. E quando dico amarla significa fare (simbolicamente) l’amore con lei. E’ così che si uniscono profondamente (anima e spirito) agli animali di cui si servono per spostarsi, che siano cavalli alieni che draghi volanti.
Il film ricco di effetti speciali, si avvale delle più raffinate techiche 3 D, è emozionante e ricco di azione. Come tutti i film nuovi e sperimentali è anche ricco di trovate a volte un po’ ingenue, la trama non è sempre ben costruita, un po’ macchinoso. Ma vale la pena di essere visto (a parere mio) solo per due motivi: i Navi, invenzione di Cameron, indigeni bellissimi, sensuali ma con volti intensamente spirituali, e l’idea che esprimono attraverso i loro splendidi corpi blu: se non ci innamoriamo anima, corpo e spirito (uno dei tre da soli non basta) della Natura, prima o poi, la tradiremo.

Bastardi senza gloria

Tarantino = violenza, sangue, scalpi, cose che di di sicuro possono infastidire e allontanare (anche me) dal desiderio di guardare il film. Ma le limpide e acute costruzioni dei dialoghi, le due o tre scene cruciali del film, la recitazione di una perfezione cristallina(Christoph Waltz ha vinto il Golden Globe) tiene attaccati allo schermo e vale tutto il film! (tra parentesi: il nazismo è a parere mio un pretesto artistico come gli altri temi per Tarantino, ma riuscire a trasformalo in spunto creativo senza cadere nel penoso o nel grottesco può farlo soltanto un grande regista..).

Tra le nuvole

La vicenda dei massicci licenziamenti in USA dovuti alla crisi economica mondiale è lo sfondo per la svolta verso se stessi di un uomo di mezz’età (Clooney) “tagliatore di teste” e quella di una giovane fanciulla in carriera. Entrambi capiranno che la “conoscenza di sé” è diversa cosa “da quanto si conosce di sé”.
Voli, alberghi, nuvole, e…scoperte.

Il riccio

Una bambina prodigiosamente intelligente una donna con una prodigiosa cultura entrambe accomunate da un inverno dell’anima che cerca il suo disgelo. Un giapponese, presenza simbolica che unirài due destini.
Il disgelo arriverà,inaspettato e non cercato, come tutte gli autentici cambiamenti non importa quando non importa se solo per un attimo.
Attenzione alla lucida e acuta frase finale del film.

La doppia ora

La doppia ora: atmosfera ambigua, opaca e fosca…è proprio questo il suo bello. Non si capisce niente e ci si immerge poco a poco nel mondo di Sonia temendo di non uscirne più...

Vizi di famiglia

Commedia carina di Rob Reiner con Jannifer Aniston figlia/fidanzata in crisi e in fuga che rivive i “vizi di famiglia” (non ve li svelo, ma li scoprirete, guardate la fantastica nonna!) per arrivare a conoscere se stessa. Film ben riuscito se si vogliono passare due ore divertendosi. Film vecchiotto (2005) ma sempre commestibile. Shirley MacLaine stupendamente cinica.

Cado dalle nubi

Checco Zalone, che negli ultimi anni sta moltiplicando il suo successo in tv e ormai anche al cinema, è un personaggio tutto sommato simpatico. Il film fa passare due ore spensierate e allegre, meno stupido di quelli dei Vanzina, per cui non ci si sente neppure troppo male dopo averlo guardato, è carino, semplice e energico. Lui canta pure bene e “cade dalle nubi” con una certa eleganza.

UP

Più cinematografico di un film: a parte le citazioni brevi e azzeccatissime, che fanno ricordare con nostalgia i cari vecchi buoni film della commedia americana anni ’40..è un film (di animazione ma pur sempre un film) garbato, sobrio, divertente allegro e malinconico. E la coppia vecchietto scorbutico (ma buono dentro) e bambino rompiscatole (ma con una saggezza del cuore autentica) è uno spettacolo continuo..da vedere! Un trionfo della fantasia.

Coraline

Fiaba nera prodotta da Tim Burton, perfettamente disegnata tanto buia quanto bella e attraente. L’atmosfera fa venire i brividi, la mamma dagli occhi a bottone è dolce e terrificante, le immagini di una ricercatezza estrema. Bellissimo ma non adatto ai più piccoli: fa proprio paura.

I love radio rock

Richard Curtis, il regista di Love actually riesce a far rivivere l’energia l’ingenuità, la passione di un gruppetto di non più giovanissimi figli dei fiori e radioamatori controtendenza (trasmettono una radio pirata da una nave vicino alle coste della Gran Bretagna), ma sessantottini autenticamente veri! Film divertente e malinconico insieme. Ma più divertente.

District 9

Film di fantascienza in stile documentario (nella prima parte). Originale per come è pensato, il tema dell’alieno visto da due prospettive, umana ma anche dell’alieno stesso. E la lenta ma inesorabile “trasformazione” è raccontata con toni suffcientemente inquietanti da far pensare (alla lontana sì..ma mi è venuto in mente per cui lo dico) a kafkiane e metamorfiche memorie.

2012

Il film così come descrive lo spostamento drastico dei Poli causato dall’armageddon, fotografa anche la trasformazione politica profonda di questo nostro mondo: l’America da sola non ce la farebbe se non fosse aiutata da chi se non l superpotenza cinese? Rimangono però alcuni simboli fondamentali: tutto nasce ma anche tutto ricomincia dal continente più antico del mondo: lAfrica…
Effetti superspeciali per una trama non altrettanto ricercata. E un po’ troppo falso buonismo americano..l’unico vero è il responsabile della crisi geologica, terrorizzato e cinico.

Il curioso caso di Benjemin Button

Nel film Benjamin nasce vecchio e muore neonato, ma la sua storia da l’impressione che da qualunque parte la vedi (o la vivi) la vita porta alcuni momenti universali che mai cambiano e che non hai veramente vissuto se non ne hai mai provato almeno uno: la passione, l’amore, il cambiamento. Non lo dicevano anche i greci che la vita è un ciclo, o un eterno ritorno?
Film lungo, adatto a tutti ma in particolar modo ai nostalgici.