Checché se ne dica..che il film è criticabile (troppo lunga la parte del limbo, un po’ annacquato, la storia a volte un po’ disconnessa) a tratti noioso, però questo film rimane dentro e non lascia indifferenti. Il fatto che il regista sia Peter Jackson (quindi un grande regista) penso c’entri qualcosa. Il lungometraggio rimane sempre capace di suggestionare e emozionare. La storia non è tra le più sopportabili, l’omicidio di una quattordicenne è difficile da digerire. Ma la cosa più difficile è metabolizzare quello che il film fa scaturire dentro di noi dopo averlo visto. Ricordi dei quattordici anni (per chi è stato bambino negli anni “70 è davvero emozionante) e riflessioni sui propri anni attuali: perché la ragazzina, non avendo potuto viverli vede meglio dei vivi e ci mette di fronte a noi stessi. E ci ricorda di stare attenti agli sprechi.
Una strana nostalgia di qualcosa di impalpabile è la nota che più a lungo risuona dopo avere guardato questo film: "amabili resti" della luce e della magia dell'infanzia.
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