Sapevo che le recensioni ne parlavano molto bene, ma da sono andata a vederlo lo stesso un po’ scettica, pensando tra me e me “mmm, sarà un filmetto per bambini”. E…mi sono commossa. Eh sì,mi sono sciolta immedesimandomi nel ragazzo, sensibile e risoluto, che deve crescere quasi contro la sua volontà, e deve lasciare pieno di amore i suoi adorati giocattoli. Ma una parte di me, vedendo il film, partecipava anche all’amore di quei giocattoli per il loro padroncino, che gli appartenevano così come gli apparterranno per sempre i suoi ricordi spensierati di infanzia. Perché lasciare i propri giocattoli significa poi separarsi dal proprio io infantile…e cominciare una nuova vita.
… Il brivido che ho sentito mi ricorda che la mia parte infantile non è mai morta, è solo diventata più piccola e custodita in qualcuna di quelle lacrime che ho pianto vedendo questo bellissimo film.
Una nota: non perdetevi Ken!direttamente atterrato dai magnifici anni "80
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Anch'io mi sono commossa.
RispondiEliminaPer il mio bambino, come per Andy del cartone animato, i suoi pupazzi-giocattolo preferiti sono animati: li fa parlare, gli fa vivere avventure entusiasmanti, si emozionano, piangono, ridono. Ma dopo aver visto tutti i film di Toy story, con quest'ultimo mi sono ricordata che l'infanzia è di passaggio. Struggente è per me la scena dove Andy entra nella sua cameretta ormai svuotata dai giocattoli con la sua mamma che, come di colpo, si rende conto che il suo bambino è cresciuto. …Ma funziona così la vita, tutto apposto quindi.
Prima esperienza al cinema per mio figlio e prima per me per il 3D, tutti e due colpiti.
Una domanda: ma in tutti i cinema tengono il volume così esagerato o abbiamo trovato noi una sala particolarmente assordante? Da quando sono mamma non ero più stata al cinema e ci sono rimasta un po' male, tramortita direi!
Grazie per il bel commento!
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