Revenant

Shakespeare rinasce in questo film potente, senza precedenti, che dipinge l'anima dell'uomo con i colori cupi di una vendetta, vista attraverso gli occhi di una Natura spettatrice selvaggia e arcaica. Tutto riporta ai fondamentali, ogni cosa si staglia sullo sfondo di un inverno gelido e purificatore: i sentimenti non conoscono sfumature e ambivalenze. Il freddo, la lotta per la sopravvivenza non lo permettono. C’è la fame, c’è il dolore, c’è l’odio, c’è l’amore: è tutto chiaro, tutto riportato alla sua essenza originaria. “L’uomo” si staglia in questo scenario di Natura primordiale e mostra la sua unicità: è animale, bestiale nei suoi istinti primari, ma anche capace di grandezza, di gesti di generosità straordinaria e di intelligenza che gli permette di sopravvivere in un contesto apparentemente senza speranza. Grandissimo Di Caprio, finalmente uomo, padre, occhi limpidi come la neve capaci di esprimere la disperazione che nasce dal dolore e dal bisogno primitivo di sopravvivere. Certo è il desiderio di vendetta che lo sospinge verso la vita, ma i suoi gesti raccontano anche la forza vitale e inesauribile della Natura che lo vuole vivo. E, shakesperianamente, la storia tutta in fondo ci racconta come non esistano buoni e cattivi, ma soltanto il Bene e il Male, e come l’uomo porti su di sé il fardello della responsabilità, unica, di fare la sua scelta.