Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Regia di Martin McDonagh. Con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish, Lucas Hedges.
Non vorrei raccontare la trama di questo film, perché è splendidamente costruita ma secondaria alla costruzione dei personaggi. E non voglio farlo per non sciupare il godimento della storia, un misto di black humor e senso del tragico, scritta cos' bene che potrebbe essere un romanzo.
L'ossatura narrativa del film racconta essenzialmente tre temi semplici e immensi: l'Amore, il Dolore e la Morte. Parla di di come si intreccino l'uno nell'altro, dando vita a qualcosa di ambivalente, esistenziale e sorprendente: l''uomo morale. E' bella questa pellicola perché non è stata scritta per vincere premi, non è un racconto strappalacrime scritto per rubare lacrime finte e non urticanti. No, questa storia è cruda, cupa, sboccata. Si è conquistata poche lacrime (mie) che però mi hanno graffiato nel profondo, perché nate dalla nuda verità dei personaggi.
I protagonisti principalmente sono tre, una madre, uno sceriffo e un poliziotto, ciascuno con la propria croce da portare, ciascuno con i suoi strumenti per sopportarla, ciascuno con la sua possibilità di redenzione.
E' un film che sa parlare del Male guardandolo in faccia senza uso di maschere o filtri. E questa nuda crudezza viene utilizzata anche per parlare del Bene.
Proprio quando racconta quel momento speciale in cui il male si trasforma mi è esploso dentro al cuore, mi ha commosso affondando fino in fondo, fino al punto mio più vulnerabile, toccandomi come una preghiera.
La parola che mi viene è sublime. Ci vuole coraggio a vederlo fino in fondo ma forse per un capolavoro ne vale la pena.
4 Golden Globe e ora candidato agli Oscar. Spero che vinca. C'è bisogno anche di queste storie.
Coco
Coco (Pixar) stanotte ha vinto i Golden, ne sono contentissima.
Premio stra-meritato.
Oltre a essere una storia colorata, allegra, visivamente splendida, mi ha colpito particolarmente il culto messicano degli antenati: trovo bello che un bambino possa guardare le fotografie dei suoi trisavoli accompagnato dalla voce di qualcuno che li ha conosciuti e magari, se fortunato, anche amati (oppure odiati, ma pur sempre vissuti), che sa quale era il loro piatto preferito e da quale passione erano accesi, che può conoscere chi c'era dall'altro capo del filo che lo unisce a qualcosa di più grande di lui. Li fa tornare in vita nel ricordo, perché è un ritratto vivo, arricchito di tutti quei dettagli che prima sembravano piccoli e insignificanti ma che dopo colorano ciascuna sfumatura della persona che siamo stati!
Infine, che dire del finale: è lirico, colmo di quell'allegria che ti fa piangere, quella magia che solo i veri capolavori sanno fare.
Da vedere (e per me da comprare, è già entrato ufficialmente nella collezione dei migliori Pixar).
E nel frattempo mi scende una lacrimuccia mentre riascolto "Ripensamee 🎶"
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