Gravity

La trama del film gravita intorno al dramma umano della protagonista, che fa il suo viaggio esistenziale, senza ritorno, verso se stessa. Il tutto è inserito in un contesto metafisico: immagini profonde e silenziose dello spazio di cui è circondato il nostro pianeta Terra, che è anche lo spazio emotivo in cui naviga la protagonista, il vuoto cosmico e silenzioso della sua disperazione. Fantascienza e esistenzialismo, anche se di taglio commerciale: e come non potrebbe esserlo con il coinvolgimento ad hoc di Sandra Bullock e George Clooney? Comunque il viaggio di Gravity è una esperienza da vedere: è un film che come effetto collaterale potrebbe smuovere parti profonde dentro di noi.

Blue Jasmine

Blue Jasmine, non sono sicura che sarebbe così unica, così LEI, se non fosse interpretata da Cate Blanchett. L’interpretazione è a dir poco meravigliosa, e non per niente le è valsa un Oscar come migliore attrice. Ma Blue Jasmine è anche tanto woodiallenesco, un Woody Allen che è cresciuto, maturato, che dimostra che la crescita umana, emotiva non conosce mai fine, che anzi, l’età migliora la sensibilità artistica. Sì finalmente Woody è riuscito a fare il suo film drammatico, quello che desiderava fare da quando ha iniziato a lavorare come regista. Ci aveva già provato con Match Point, dove il dramma cupo e “tempestoso” copriva del tutto il fiore spontaneo della sua ironia. Questa volta, con Blue Jasmine, è riuscito a portare a compimento il suo frutto artistico perfetto: c’è dramma, c’è psicologia nel ritratto femminile vibrante e nevrotico di Jasmine, c’è però anche ironia sottile, comicità, e una grande apertura del cuore alla semplicità (i personaggi vincenti sono i più semplici, quelli a cui basta poco per stare al mondo, perché non sono ricchi, o meglio, sono grandi dentro). Non dico di più sulla trama, perché è da vedere, da gustare. Lunga vita a Woody, il mondo è più bello se ci sei tu.