Carol
Ieri sera ho visto Carol
Non voglio parlare tanto della storia, tratta dal romanzo di Patricia Highsmith, che tratta l'amore omosessuale, vissuto negli anni "50 (quindi con tutto contro) tra due donne, ma del linguaggio cinematografico utilizzato da Todd Haynes e di quello che ha provocato in me perché nulla in questa storia viene raccontato con toni eccessivi: i volti, gli sguardi, gli incontri tra Carol e Terese sono asciutti, sobri ma insieme di altissimo impatto emotivo. Forse proprio perché il regista ha privilegiato un linguaggio "introverso" il racconto silenzioso e muto della passione è lasciato per intero alla grandezza espressiva delle due protagoniste: Cate Blanchett e Rooney Mara (meravigliosa). Gli sguardi intensi e silenziosi di Carol e Terese raccontano tutto il dolore di non poter vivere il proprio amore alla luce del sole, la solitudine, raccontano la disperazione di una madre (la magnifica Cate Blanchett) nel non poter amare sua figlia di 4 anni, gioiosamente e in libertà, raccontano la passione, urgente, che vuole il suo spazio e il prezzo altissimo da pagare per poter essere se stessi, integralmente, fino in fondo. Raccontano l'isolamento, quwl cerchio magico che solo gli amanti hanno la fortuna di condividere con tanta intensità.
E ' un film che rimane dentro. Così come rimane impresso il volto di Cate Blanchett, sguardo penetrante, duro, deciso, forte, vibrante ma anche vulnerabile.
La scena finale infine è da brividi, solo quella vale tutto il film, mentre la guardavo ero lì anche io, mi avvolgeva la vivevo sulla mia pelle, quasi fisicamente.
Cate Blanchett "è" Carol, ed è sempre più brava.
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