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Il film è da vedere non tanto per il racconto della battaglia tra Sparta e il re di Persia (nenche del tutto fedele ai fatti, ma non va richiesto –a parere mio- al cinema), quanto per la sua capacità (pari soltanto al Gladiatore nel racconto di Roma antica) di esprimere l’essenza più profonda dell’anima di Sparta, aiutato da una grafica innovativa che mescola la veridicità dell’immagine cinematografica con i colori irreali del fumetto. Il risultato è la sensazione di essere lì nella battaglia ma saperla trasfigurata dal sogno. In fondo la settima arte non dovrebbe portare anche a uno stato di trance tra sogno e realtà?

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